La produzione cala del 20% ma la qualità rimane ottima. La CASAR sostiene i coltivatori pagando 250 mila euro in più.
L’Unione Sarda traccia un primo bilancio della campagna del pomodoro 2023. Coldiretti e dirigenza Casar concordano sulle cause del calo della produzione. Molto ha inciso il fattore climatico: prima con forti piogge a maggio e giugno, poi con temperature elevatissime nei mesi di luglio e agosto che hanno toccato anche i 45°.
L’associazione dei coltivatori, rappresentatata da Battista Cualbu e Luca Saba (presidente e direttore Coldiretti Sardegna), ha sottolineato le difficoltà dovute agli aumenti dei costi delle materie prime (energia e concimi in primis) e quelle per le forti oscillazioni di prezzo che hanno complicato la programmazione a medio-lungo termine. Nel caso della campagna del pomodoro, in assenza di interventi pubblici, è stato fondamentale il supporto economico della CASAR che ha coperto le nostre maggiori spese pagando il pomodoro più di quanto previsto durante le trattative.
Lo conferma Michel Elias, amministratore unico CASAR, che sottolinea «La proprietà ha corrisposto ai coltivatori oltre 250 mila euro in più rispetto al prezzo pattuito in sede di accordo pre-campagna, remunerando maggiormente il pomodoro conferito per sostenere le aziende agricole contro i rincari di trasporti e concimi. La nostra politica è quella di lavorare insieme all’agricoltore in filiera e per questo abbiamo cercato di trovare un punto d’incontro che accontentasse tutte le parti, anche bloccando i prezzi nei supermercati per frenare l’inflazione ed evitare aumenti a svantaggio dei consumatori finali».
L’azienda con sede a Serramanna prosegue nel suo cammino orientato al futuro. «Negli ultimi cinque anni abbiamo investito oltre 6 milioni di euro per i macchinari su nuove linee – conclude – ora cercheremo di allargare il reparto commerciale per cercare nuovi clienti e incrementare la produzione di pomodoro da lavorare».